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(CONTINUA DA QUI http://cassandra-alpexex.blogspot.it/2012/10/metallica-2-come-solo-tu-sai-scegliere.html)

Tutto porta il segno del presente, in questo luogo. Ci sono aloni d’ombra sulla luce fioca e ci sono riflessi fulgidi nei punti in cui il buio saprebbe altrimenti ingoiare ogni cosa.

Tu dormi e io ingoio un mezzo sospiro, infatti,  ripensando al tempo arenato, alla spiaggia in cui muore l’immenso bianco misterioso cetaceo e di conseguenza e ancora a questo posto fatato.

Ricordi quale numero c’era affisso sull’uscio del nostro regno?

Questo ti chiedero’ quando aprirai gli occhi, e non vedo l’ora che sia perche’ non c’e’ futuro e infatti e’ adesso, e’ adesso che accade, e io chiedo e tu gesticoli con le ossa della mano tese, rigide, e ridi colta in fallo sopra al letto largo che occupa quasi tutto lo spazio e scappando, come se troppa gente affollasse la stanza all’improvviso, dirigi frenetica lo sguardo al piccolo armadio, al comodino col telefono, al vaso di fiori e al lampadario cosi’ basso che se vuoi lo tocchi. Come se troppa gente fosse diventata la mia sola carne, al risveglio.

Del resto nulla piu’ sara’ come prima. Te lo leggo in faccia e ancora non sai di averlo pensato. Nel regno-nella stanza-nel carrozzone, nella tua testa insomma, ormai tu sei un burattino e io sono il Mangiafuoco. Allora trattieni il fiato pronta a contare. Con uno starnuto ti salvi dalla brace. Con un secondo starnuto ti riempi la pancia. Con un terzo e di grazia ti rimando da tuo padre insieme a 5 zecchini d’oro. Ma tuo padre e’ morto da 30 anni. Mi sai dire per chi ti conservi, allora?

Adesso la febbre e’ salita, sull’altopiano insieme a noi, con le nuvole bianche da cui spuntano massi bruni, la tua poca carne cucita sopra allo scheletro di pino. Fossi stata di frassino saresti risultata giusta per coprirci dal mondo, con un numero affisso sopra alla schiena e da dimenticare.

Tanto la febbre e’ salita ma non s’e’ udito un solo starnuto e sono io a contare, e ti conto le vertebre, in barba al giorno in cui dicesti che mai nessuno ti prese da dietro e nessuno ti ci avrebbe presa mai. Ora con un leggero gesto del capo porti la durezza che resta, il residuo . Nel sorriso la stessa rigidita’ delle nocche, delle dita.

Copro col nero il tuo viso. Ti sciolgo. Svanisci. Rimango solo nella stanza che tu hai scelto come solo tu sai scegliere le cose. Io, sopra un letto largo che occupa quasi tutto lo spazio, a guardare piccoli armadi, comodini col telefono, vasi di fiori e lampadari cosi’ bassi che se vuoi li tocchi. E un pinocchio nudo con la benda nera sugli occhi.

(FINISCE QUI http://cassandra-alpexex.blogspot.it/2012/11/metallica-4-e-intanto-mi-ricordi.html )